Teatro romano, esposto alla Procura di Pannella e Teramo Nostra

TERAMO – Teatro romano: il leader dei Radicali Marco Pannella e l’associazione Teramo Nostra hanno presentato il 21 marzo un esposto contro ignoti alla Procura della Repubblica per deturpazione danneggiamento di un monumento di interesse storico-archeologico. Questa mattina i rappresentanti dell’associazione culturale, che hanno dedicato anche un commosso pensiero ad Anna Pepe, hanno illustrato i dettagli ed i motivi della denuncia. Presenti anche il Radicale Renato Ciminà e l’avvocato Vincenzo Di Nanna, che sta seguendo il caso e che ha preparato anche un dossier da presentare al ministro Ornaghi e al Presidente della Repubblica. “Sul teatro romano – afferma Di Nanna – è stato compiuto un vero e proprio scempio: sono stati realizzati manufatti in cemento armato, è stato rafforzato un caseggiato che andava abbattuto”. Di Nanna ha quindi ripreso e integrato la denuncia già fatta nel 2010 da Pannella, che aveva interessato la Corte dei Conti per quello che lui riteneva un danno erariale: secondo Di Nanna questa denuncia non sarebbe mai arrivata alla Procura di Teramo. “In questo sito  sono stati spesi finora 7 miliardi di vecchie lire: ci chiediamo anche perché  non sia stato  fatto valere il diritto di prelazione nell’acquisto del palazzo da abbattere, spendendo 2,5 milioni di euro invece di 900 mila, in più i soldi del finanziamento sono stati usati per ristrutturalo”, conclude l’avvocato, che lancia anche una provocazione: “Il Comune e la Regione sono le vere parti lese da questo misfatto. Il sindaco Maurizio Brucchi e il Governatore Gianni Chiodi dovrebbero venire con me lunedì a presentare la denuncia, costituendosi in giudizio”. Teramo Nostra chiede quindi a gran voce di mandare a casa i dirigenti del settore Beni culturali, Magani e Pessina, perché “non hanno impedito questo enorme scempio – afferma il presidente di Teramo Nostra Piero Chiarini – anzi: hanno mostrato pressapochismo e si sono trincerati dietro coperture politiche. Siamo stati noi a bloccare il restauro di Casa Adamoli. Continuiamo questa battaglia perché sappiamo che il 90% dei teramani sono con noi e non lasceremo il teatro in mano agli affaristi”. Ciminà accusa la classe politica locale e regionale di “lassismo, sono bravi a muoversi solo quando c’è da occupare qualche poltrona” e ha ricordato l’impegno profuso dall’onorevole Elisa Zamparutti, che ha presentato due interrogazioni parlamentari sul tema, la seconda delle quali attende ancora la risposta del ministro. Ciminà ha anche mostrato un appello scritto lanciato da Pannella,la stessa Zamparutti, il giornalista Carlo Vulpio e l’architetto Aldo Loris Rossi per il mantenimento delle pietre all’interno del sito.

LA REPLICA DI BRUCCHI – Non si è fatta attendere la risposta del primo cittadino, chiamato in causa da Teramo Nostra. “Mi dispiace che si continui ad insistere sul fatto che il Comune non avrebbe intenzione di abbattere quei manufatti: c’è una delibera del Consiglio comunale firmata da tutti, tranne che dal consigliere Siriano Cordoni, che va proprio in questa direzione. Il progetto di recupero del teatro è stato avallato dalla Soprintendenza e dalla Regione: abbiamo 3 milioni di euro per portarlo avanti. Teramo Nostra, insieme a tutti i cittadini teramani, è invitata a venire a visionare i lavori durante la giornata di apertura del sito che organizzeremo in occasione della settimana della cultura”.